Maenne, connubio tra scienza e arte

A distanza di un millennio da Parmenide, la scienza e larte hanno trovato il loro ideale connubio nel sistema Maenne.

Il trattamento di stimolazione multisensoriale Maenne è il primo ed al momento unico sistema che emette frequenze in forma sonora e vibrazionale in coerenza con uno stimolo luminoso così da entrare in risonanza con le nostre cellule. Le sue basi scientifiche affondano le proprie radici nell’Ayurveda, nell’Agopuntura tradizionale cinese, nelle conoscenze della riflessologia plantare ma anche nelle neuroscienze, nella fisica quantistica e nella fotobiologia, con le scoperte di Planck, Talbot, Newton e Popp, solo per citarne alcuni, conoscenze che trovano il loro naturale completamento nella musica.

Arte come medicina

Partiamo da Parmenide, uno dei Padri nobili della filosofia e della scienza medica vissuto nel V secolo a. C, il quale si espresse su correlazione tra arte e medicina  quali due realtà indissolubilmente legate e come fosse possibile che l’arte potesse divenire, essa stessa, una forma di medicina. Molte culture antiche, infatti, riconobbero poteri terapeutici al canto e alla musica, prendiamo ad esempio l’Aum – Om, la sillaba sacra pronunciata all’inizio o al termine di ciascun “veda” nella tradizione Hindu , che genera una vibrazione interiore capace di portare pace, armonia e un benefico senso di rilassamento in chi la pronuncia e in chi l’ascolta.


I suoni delle cellule

Ogni singolo momento del nostro metabolismo, di fatto, è caratterizzato da uno specifico suono, anche se non ne siamo consapevoli, anche se non siamo in grado di ascoltarlo direttamente. Un vivido esempio di questo, e sicuramente il più immediato nella comprensione, è il battito del nostro cuore. Similmente a quanto accade per il cuore tutti gli altri nostri organi sono caratterizzati da un suono, non percepibile ai nostri sensi se non vi si presta attenzione, che ne distingue il momento e la regolarità funzionale, suoni sostanzialmente diversi per ogni tipo cellulare. Persino il nostro DNA produce suoni specifici, suoni che alcuni ricercatori sono riusciti a registrare.

Per questo possiamo considerare il suono emesso dalle cellule come diretta espressione della funzionalità e regolarità metabolica dell’organo o del sistema organico di cui fanno parte. Possiamo immaginare una qualsiasi ghiandola a secrezione interna emettere una singolare sinfonia mentre produce e mette in circolo il suo ormone e, come per il cuore, possiamo immaginare che l’emissione di un suono diverso da quello specifico corrisponda all’esistenza di un disordine.
Attualmente non conosciamo gli eventuali registri del corpo umano così, per portare alla giusta tensione le corde della nostra “meravigliosa arpa” e farle emettere una perfetta melodia, possiamo tuttavia agire sfruttando il fenomeno della risonanza, aprendo la possibilità ad un diverso modo di comunicare ed interagire con i nostri organi ed apparati. Sottoponendoli ad una sorgente sonora che emetta la stessa frequenza è possibile suscitare una loro risposta di risonanza. Diversi ricercatori hanno lavorato su questi temi e dal 2017 sono apparsi interessanti studi sulle possibilità del suono di influenzare anche strutture viventi tanto che è stato ideato un apparecchio che traduce in suoni le funzioni del nostro cervello rendendo così possibile individuare crisi epilettiche anche in pazienti in coma.

Oggi stiamo assistendo all’apertura di nuove possibilità nell’utilizzo del suono a fini medici, diagnostici e terapeutici così come diverse forme d’arte hanno trovato una loro applicazione in diversi campi della medicina e dell’assistenza al malato: in quest’ottica, ad esempio, la musicoterapia ha assunto un ruolo importante nel trattamento di varie forme di disagio, così come l’espressione artistica figurativa è, da tempo, utilizzata nei processi riabilitativi, fisici e cerebrali, con risultati incredibili.